Perché dovresti porre attenzione alla cumulabilità dei contributi?

Gennaio 26, 2024 in Agevolazioni, Credito d'imposta, Industria 4.0

Perché dovresti porre attenzione alla cumulabilità dei contributi?

Molto spesso ci capita di rispondere a quesiti sulla possibilità di cumulare due o più agevolazioni per uno stesso investimento (che siano contributi a fondo perduto o contributi in conto interessi o crediti d’imposta), allora abbiamo pensato di scrivere questo articolo per fare un po’ di chiarezza e dare qualche linea guida.

Negli ultimi anni c’è stato un progressivo aumento degli strumenti agevolativi messi in atto sia dallo Stato che dall’Unione Europea. Questi aiuti spesso riguardano le stesse tipologie di investimenti e quindi si vorrebbe cercare di utilizzare più aiuti possibili per diminuire i costi e avere un ritorno immediato dell’investimento.

Non sempre però questi aiuti sono compatibili tra loro, quindi è necessario porre attenzione.

Tipologia di aiuti disponibili

Le principali tipologie di aiuti con cui le imprese hanno a che fare e sui quali ci focalizzeremo sono:

  • aiuti in regime de minimis;
  • aiuti in esenzione;
  • aiuti fiscali come, ad esempio, la concessione di un credito d’imposta.

In genere, gli aiuti in regime de minimis o in esenzione si caratterizzano per la concessione di un contributo a fondo perduto, come ad esempio, i bandi della Regione o delle Provincie Autonome, i Voucher delle Camere di Commercio e il bando ISI INAIL.

Invece, gli aiuti fiscali vengono concessi direttamente dallo Stato, come ad esempio, il credito d’imposta per l’Industria 4.0 e il Bonus Mezzogiorno.

Cumulabilità tra diverse tipologie di aiuti

La regola generale dice che è necessario controllare ogni volta la possibilità o meno di cumulare più aiuti per lo stesso investimento.

Però, possiamo comunque ricavare delle regole che si applicano nella maggior parte dei casi.

  1. Di solito, non è possibile cumulare due aiuti in regime de minimis per la stessa tipologia di investimento. Ad esempio, non è possibile ottenere due contributi a fondo perduto (ad esempio accedendo a due diversi bandi) per l’acquisto dello stesso impianto industriale o trattore agricolo.
  2. In genere, per lo stesso investimento, è possibile cumulare un aiuto in regime de minimis con un incentivo fiscale come il credito d’imposta.
  3. Di solito, per lo stesso investimento, è anche possibile cumulare due incentivi fiscali. Ad esempio, gli investimenti effettuati in macchinari 4.0 possono ottenere sia il credito d’imposta 4.0 che il credito d’imposta Mezzogiorno.

    L’eccezione è data dal credito d’imposta Transizione 5.0, dove il decreto dice espressamente che è vietata la cumulabilità con il credito d’imposta 4.0 e il credito d’imposta ZES Unica.

 Limiti alla cumulabilità

Anche nel caso in cui si possono cumulare due aiuti per lo stesso investimento, la regola generale è che l’importo totale degli aiuti ottenuti (che siano contributi a fondo perduto o crediti d’imposta) non può superare il costo complessivo dell’investimento.

Nel caso in cui la somma superasse il costo complessivo dell’investimento, l’impresa dovrà richiedere un importo minore di contributo o credito d’imposta per non superarlo.

Cumulabilità investimenti Industria 4.0

La Legge di Bilancio che ha istituito il credito d’imposta Industria 4.0 prevede la possibilità di cumulo del credito d’imposta con altri incentivi, ma fino al raggiungimento del costo complessivo dell’investimento tenendo anche conto del risparmio fiscale.

Questo significa che, nel sommare il totale degli aiuti ricevuti, è necessario tener conto anche della tassazione fiscale che si subirebbe se il credito d’imposta fosse tassato.  Ad esempio, se il costo dell’investimento è pari a 100 € e il credito d’imposta industria 4.0 è pari al 20%, il risparmio fiscale va calcolato moltiplicando il totale del credito d’imposta (20 € in questo caso) per le aliquote IRES e IRAP.

L’Agenzia delle Entrate, in merito alle modalità di calcolo dell’agevolazione 4.0 insieme ad altri contributi, ha fornito specifiche indicazioni: se l’investimento per cui si richiede il credito d’imposta 4.0 ha già fruito di altre agevolazioni, l’ammontare del credito d’imposta va comunque calcolato sul costo complessivo dell’investimento, ad eccezione che vi siano di particolari specifiche indicate dall’altra agevolazione.

Cumulabilità investimenti in R&S, Innovazione Tecnologica, Inn. Tecnologica Green e 4.0, Design

Anche per gli investimenti in R&S, Innovazione Tecnologica, Inn. Tecnologica Green e 4.0, Design, c’è la possibilità di cumulare il credito d’imposta con altri incentivi, sempre fino al raggiungimento del costo complessivo dell’investimento e tenendo anche conto del risparmio fiscale.

Cumulabilità Transizione 5.0

È da poco uscito il Decreto-legge che introduce il credito d’imposta Transizione 5.0 per le aziende che fanno investimenti in beni materiali e immateriali 4.0 e che contemporaneamente ottengono un risparmio energico almeno del 3% dell’unità produttiva o del 5% del singolo processo produttivo. Il Decreto-legge ha specificato che il credito d’imposta non è cumulabile con il credito d’imposta:

  • Industria 4.0;
  • ZES Unica.

È invece cumulabile con altre agevolazioni sempre fino al raggiungimento del costo complessivo dell’investimento e tenendo anche conto del risparmio fiscale.

Cumulabilità credito d’imposta ZES Unica

Il credito d’imposta ZES Unica sostituisce, dal 2024, il credito d’imposta Mezzogiorno, prevedendo un aiuto – che può arrivare fino al 60% delle spese sostenute – per investimenti in macchinari, impianti, attrezzature e per all’acquisto di fabbricati ubicati nelle regioni Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna e alcune zone dell’Abruzzo.

Il credito d’imposta è cumulabile con gli aiuti di stato in regime de minimis e con altre tipologie di aiuti di Stato.

Limiti agli aiuti de minimis

Oltre a verificare che due agevolazioni possano essere cumulabili tra loro, un altro controllo molto importante da fare è l’ammontare delle agevolazioni in regime de minimis ottenute negli ultimi 3 anni.

Infatti, l’UE pone dei limiti al totale delle agevolazioni de minimis di cui le imprese possono beneficiare in un arco temporale pari a tre anni. Tali limiti, variano a seconda del settore in cui opera l’impresa e sono stati innalzati a dicembre 2023. Per la maggior parte delle imprese, il limite massimo di aiuti fruiti nei tre anni deve essere pari a 300.000 €.

Quindi, un’impresa può ricevere un nuovo aiuto in regime de minimis solo se il nuovo aiuto, sommato a quelli già ottenuti nei tre anni precedenti, non faccia superare l’importo di 300.000 €. Tale calcolo va effettuato tenendo conto anche degli aiuti concessi alle imprese che sono legate alla beneficiaria da un rapporto di controllo (non solo di diritto, ma anche di fatto).

Effettuare questi controlli è molto complesso, anche per l’impresa stessa. Per questo motivo è consigliato affidarsi a professionisti. Cieffei nella prefattibilità di accesso a un’agevolazione effettua sempre controlli sulla cumulabilità e sul totale di aiuti ricevuti.

Se anche tu necessiti di una valutazione di questo tipo o stai per fare un investimento agevolato, contattaci alla mail info@cieffei.com.